Per concentrami sul mio orientamento universitario ho provato a leggere alcuni libri, e quello che emerge fuori è sempre e solo un aspetto, la grande crisi.
Una crisi che ha coinvolto tutti, i guadagni dei laureati e non, negli ultimi dieci anni sono scesi di molto, e le possibilità di trovare lavoro per un laureato sono quasi identiche a quello di un diplomato, con in più la possibilità di fare carriera più rapida.
Di fronte a questo scenario mi sento sconfortato per vari motivi;
1) La disoccupazione in Italia è alta, come il tasso dei Neet.
2) Ci sono poche grandi aziende capaci di offrire opportunità di crescita, e spesso si rischia di essere iperqualificati.
3) I miei docenti per tutti gli anni non hanno fatto altro che lamentarsi del loro lavoro e del loro misero stipendio, parlando male dell'Italia e delle opportunità dei giovani, descrivendo il mondo delle aziende come uno cattivo e sfruttatore di manodopera giovanile.
Non hanno saputo indirizzare gli alunni verso il mondo del lavoro, parlando di quelle che sono o che potrebbero essere le nostre opportunità .
Per di più non hanno la minima idea delle opportunità che le aziende offrono e io sento di essere inadatto al lavoro aziendale per colpa della scuola che frequento, che non mi ha dato modo di capire come funziona il lavoro e l'organizzazione.
Secondo l'attuale impostazione dovremo diventare tutti ricercatori?
Persino in "teoria" ciò sarebbe impossibile perché i posti a disposizione per ricercatori sono pochi, allora perché va avanti questa impostazione della didattica?
Sento di non aver imparato nulla che mi possa servire per il futuro, so solo studiare, e non basta per poter lavorare.
Mi manca l'approccio al lavoro, se domani qualcuno mi mettere a fare qualcosa di pratico andrei in crisi.
4) Quando si parla di università spuntano ancora casi di corruzione e nepotismi e concorsi truccati, e siamo nel 2017.
5) La ricerca non è finanziata, ne gli viene attribuita importanza, e forse questo è il problema meno grave dell'università .
6) Le uniche facoltà che offrono lavoro sembrano essere Ingengeria, Medica e Economia ( non in tutti i casi).
La prima perché senza Ingegneri la società non funzionerebbe, la seconda perché è finanziata dallo Stato e ci sono un tot di posti, la terza perché c'è ancora bisogno di chi fa il bilancio.
Questo solo per parlare in generale della situazione occupazionale, io sono orientato verso altri corsi di studio, non mi ci vedo a lavorare in un industria di produzione, come non mi ci vedo a curare malati, sono due mestieri che si devono voler fare.
A volte mi chiedo come hanno fatto certe persone a trovare la loro strada professionale così specializzata e incentrata sulla praticità , provenendo da una preparazione del Liceo Scientifico.
7) Se si continua di questo passo l'impressione è che l'Italia precipiterà e rischierà di rimanere arrestata rispetto a paesi del Nord Europa.
8) Le grandi aziende italiane come Fiat e Alitalia sono in crisi, così come le banche, che sono messe malissimo.
9) C'è un periodo di instabilità politica, i Partiti sono deboli, il Primo Ministro è arrivato dal nulla, il governo italiano non segue un piano e una linea dritta da anni, non c'è nessun piano e nessuna volontà di migliorare.
10) E' assurdo vivere in un Paese dove viene mantenuto un certo ordine civile e che ha delle città così belle, ma allo stesso tempo un mercato del lavoro malato.
11) Vive bene solo chi ha da ereditare patrimoni da generazioni precedenti.
Chi non ha aiuti, per riuscire anche solo a avere una posizione "normale" nella società dovrà lavorare sodo e forse avrà modo di portarsi a casa il pane.
Quello che voglio dire è che a parità di impegno rispetto a altri Paesi, in Italia si ottiene molto di meno e si lavora molto di più.
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