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Abbandonare o no gli studi?

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  • Abbandonare o no gli studi?

    Ciao! Mi presento, sono Sara e a breve compirò 24 anni.
    Sono sempre stata un'eccellente studentessa, e dopo la maturità  scientifica ho deciso di iscrivermi alla facoltà  di Lettere moderne. Il primo e il secondo anno sono andati bene, non ero entusiasta di ciò che stavo studiando ”“ trovavo tutto molto superficiale e tante materie mi sembravano dispersive e superflue ”“ ma andavo comunque avanti a buon ritmo. Al terzo anno ho una serie di problematiche in famiglia, do un solo esame, faccio un cambio di sede universitaria, perdo crediti, gli esami mancanti raddoppiano e mi trovo a retrocedere di un anno (l'anno seguente anziché essere ripetente del terzo anno, sono nuovamente iscritta al secondo).
    Inizio ad accusare il colpo, e a convincermi del fatto che stavo spendendo soldi in tasse, libri, e biglietti del treno per conseguire una laurea che non mi stava dando sicurezza in ambito lavorativo, e, ancora peggio, non mi gratificava dal punto di vista culturale.
    Nel frattempo ho iniziato a darmi una mossa: al mio secondo anno di università  "bis" ho continuato a dare pigramente alcuni esami, ma ho anche iniziato ad approfondire aspetti della letteratura che mi hanno sempre appassionato, e ho iniziato a collaborare con alcune case editrici e scrittori emergenti.
    Nell'anno 2018/2019 avrei dovuto terminare gli esami, ed essere prossima alla laurea, ma di nuovo ho avuto dei problemi, ho dato un solo esame, e ho continuato però con entusiasmo la mia collaborazione nell'editoria e i miei studi da autodidatta.
    Ora, a settembre, sono indecisa se iniziare un anno da fuori corso impigrita e procrastinatrice, o se continuare gli studi da autodidatta, imparare nuove lingue, e buttarmi già  nel mondo del lavoro. É vero che è un peccato abbandonare gli studi adesso, ma ho la testa che non riesce più a memorizzare nozioni che, personalmente parlando, trovo superficiali e inutili, spendendoci inoltre soldi (fuori dalle mie possibilità  economiche, dovrei chiedere un aiuto importante al mio ragazzo). Inoltre, ottenere una laurea triennale in Lettere moderne a 25 anni non mi sembra un granché come obiettivo, non mi fa sentire realizzata, né mi fa fare bella figura di fronte ad altre persone. D'altra parte, temo di essere bollata come "fallita" a non avere nemmeno un titolo e un pezzo di carta, in un periodo come il nostro dove una triennale in tasca l'hanno tutti. Cosa consigliereste?

  • #2
    Benvenuta!

    Premetto che questa risposta non ha carattere di giudizio nei tuoi confronti, ma vuole solo dare uno spunto di riflessione.

    Venendo a ciò che scrivi, a parte il fatto che non capisco come cambiando sede si possano perdere crediti e raddoppiare il delta di esami rimanente, mi verrebbe da dire innanzitutto che prendere una laurea di durata triennale a 25 anni non è assolutamente tardi, che ognuno ha la sua vita, diversa da quella altrui e ognuno affronta le cose in modo diverso, indi per cui ritengo sia assolutamente da evitare l'abbandono dagli studi.

    In tutta onestà  lettere non è il "miglior corso" per trovare lavoro, ma sicuramente laurearsi darebbe senso ai sacrifici fatti e ai soldi spesi, se lasci ora non hai niente in mano, se non l'amaro in bocca, senza contare che gli studi da autodidatta non valgono nulla, soprattutto se non si è ancora ben radicati nel mondo del lavoro.
    Le conoscenze per esser vendibili devono essere certificate, quanto meno per iniziare.

    Inizierei con l'avere un approccio alla vita universitaria e allo studio con più positività , è chiaro che se ritieni che a 24/25 anni prendere una laurea di durata triennale sia tardi non hai mai conosciuto nessuno di ingegneria, per esempio.

    Il mio consiglio è di finire e poi di correggere il tiro una volta terminato, a mente lucida, ricordandoti che non hai 45anni ma 24 e che hai tutto il tempo del mondo per crescere culturalmente, secondo me è tardi solo per mollare.

    Saluti

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    • #3
      Ciao!
      Alcuni esami che nella mia precedente università  avevano un programma da 12 o 6 cfu, nella nuova università  ne hanno rispettivamente da 6 e 3 cfu. Se, poniamo, nella precedente università  mi mancavano 2 esami da 12, ora ne avrei 4 da 6.
      Ti ringrazio per l'opinione, ma non credo che valga la pena di continuare (e spendere soldi lì dove non si hanno le spalle protette da mammina e papino) solo per illudersi che anni di studi siano serviti a qualcosa. La verità  è che Lettere non qualifica per nessun mestiere al di fuori dell'insegnante, e non dà  nemmeno conoscenze appaganti, per chi sogna la Letteratura con la "L" maiuscola. Penso sia meglio studiare per delle certificazioni di lingua, visto che ho solo un B1 di spagnolo e un inglese messo ancora peggio.
      Aggiungo infine che lo studio da autodidatta è inutile se si ha intenzione di fare concorsi o similia, non se ci si trova in una redazione, che pullula di figure non "regolamentate".

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      • #4
        Una precisazione: dal 2004, con l'entrata in vigore della legge 270 che andava a rettificare quanto già  presentato dalla precedente 599 del 1999, il peso degli esami si misura univocamente in tutto il territorio nazionale mediante il metro CFU.
        Come è noto, 1 CFU equivale a 25 ore lorde di impegno che in media l'insegnamento richiede. Ho volutamente usato il termine "lorde" in quanto ogni persona ha delle capacità  specifiche ed univocamente determinate, per cui creare una stima netta del monte ore risulterebbe molto discriminatorio.
        Con questo cosa voglio dire? Non ha molto senso lamentarsi dei "troppi" esami dopo un passaggio verso un altro ateneo in quanto il percorso per il conseguimento di un titolo triennale viene univocamente certificato in 180 CFU. Insomma, se per qualsiasi ragione lo studente decide per il trasferimento di sede, sicuramente se il carico didattico quantificato in n CFU è minore di quello precedente al trasferimento implicherà  anche una difficoltà  minore dell'esame e, di conseguenza, la possibilità  di prepararne un numero maggiore. Vale la proprietà  commutativa, ovvero che il bilancio complessivo per il conseguimento di una laurea di primo livello in Letteratura moderna (quello che in gergo viene chiamato con disprezzo "diploma universitario") rimane inalterato.
        Ora non volermene ma io credo che il tuo intervento sia fallato fin dal principio: hai già  un preconcetto (quello di voler abbandonare a tutti i costi gli studi correnti) quando dovresti valutare analiticamente la situazione (via gli stati d'animo e tutte le dicerie psicologico-sentimentali: non servono a nulla e ti offuscano il senso critico).
        Cosa credo che dovresti fare? Terminare, e proseguire con la Magistrale. Te lo dice uno studente di Ingegneria fuori corso di 6 (sei...hai capito bene: sei!!!) anni.

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        • #5
          Effettivamente la sua sembrava una decisione già  presa, ché più che cercare un consiglio cercava una conferma.

          Volendo comunque sì può sempre cambiare percorso alla magistrale, per correggere il tiro, virando su qualcosa di più commerciale lavorativamente parlando, ma questa è un'altra storia.

          In ogni caso è giusto che uno si senta libero di scegliere, è che cosi purtroppo risulta essere un grande spreco si risorse.

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          • #6
            So bene che i CFU sono calcolati sulla base delle ore che si ritengono necessarie ai fini della preparazione dell'esame, ma non sempre è un calcolo ragionevole e sensato. Posso dire con assoluta certezza che l'impegno necessario alla preparazione di un esame da 6 crediti del mio attuale piano di studi è pari a quello di un esame da 12 crediti nella mia precedente università . Probabilmente sembrerà  un'esagerazione, e qualcuno potrà  anche farsi delle risate sotto i baffi sentendo parlare di "impegno" relativamente al corso di lettere moderne, ma in tutta sincerità  non mi interessa.
            Per essere più precisa, ho ben tre motivi per abbandonare il mio corso di studi:
            1) disinteresse nei confronti delle materie trattate
            2) tasse "punitive" da fuori corso al di fuori della mia portata
            3) inutilità  ai fini lavorativi.
            Se fosse venuto meno anche solo una di queste cause, avrei continuato: se fossi stata persuasa della efficiente preparazione che stavo ottenendo grazie agli studi, avrei fatto i salti mortali per continuare; se Lettere mi avesse garantito una sicurezza lavorativa avrei chiuso un occhio sugli esami e le tasse, stringendo i denti in vista di un futuro migliore (motivo per il quale il paragone con Ingegneria non è efficace); se le tasse fossero state più adeguate al mio Isee, avrei continuato, piano piano, affiancando lo studio per gli esami a qualcos'altro e a un lavoro, visto che un pezzo di carta in mano non fa schifo a nessuno. Ma, visto tutti i fattori concomitanti, per me non ha senso continuare "perché sei a questo punto".
            Ho fatto la domanda perché vedo che in questo forum ci sono utenti esperti del mondo del lavoro, e prima di fare la rinuncia agli studi volevo accertarmi di non starmi precludendo delle strade importanti (che so, magari tra qualche anno sarà  impossibile esercitare il ruolo di redattore o giornalista senza una laurea umanistica? E' previsto un boom di assunzioni di docenti di Lettere nelle scuole?). Rimango quindi aperta a consigli, purché pratici e motivati

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            • #7
              Dicendo così, mi stai già  dando una risposta: parlando di "correggere il tiro", implichi che la scelta di studiare Lettere sia un "tiro sbagliato", e ciò, per me, è sufficiente a farmi cambiare strada, prima di perderci un altro anno. Comunque avevo già  letto in questo forum della possibilità  di proseguire dopo la triennale con studi in ambito commerciale, ma si tratta di un ambito per il quale non sono affatto portata, e che mi porterebbe a svolgere un mestiere parecchio diverso da quello che sogno e sognavo. Nel caso in cui la mia esperienza con l'editoria dovesse andare parecchio male, preferirei iniziare una triennale come tecniche audioprotesiche o ottica, piuttosto che buttarmi nell'ambito commerciale :)

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              • #8
                E' proprio come diceva anche l'altro utente: hai già  un preconcetto e cerchi una platea che ti sostenga. Vuoi lasciare? Lascia. Qualsiasi cosa possiamo dirti si infrangerà  sul tuo preconcetto.

                Poi scusami: ti lamenti dell'appetibilità  lavorativa di lettere ma allora...perché l'hai scelta? Queste sono cose che si sanno fin dal primo giorno di immatricolazione. Forse hai ricevuto delle cattive linee guide alle superiori?

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                • #9
                  Al di là  dei preconcetti credo che Sara stia dicendo che oltre alla voglia le mancano i soldi e che dovrebbe pesare economicamente sul suo ragazzo.
                  Qua subentrano delle variabili come il dipendere economicamente da un uomo che per molte donne nel 2019 non è semplice e il rapporto di coppia che potrebbe sbilanciarsi o risentirne in qualche modo.
                  A una prima vista sembrano fesserie e invece sono situazioni importanti.
                  Io se fossi Sara cercherei prima di tutto di ottenere il tesserino da pubblicista come giornalista che, per quanto inutile, è pur sempre un traguardo e una riga in più sul curriculum. Durante il tirocinio cercherei di affinare di più le mie capacità , ad esempio il "video editing" che oggi è molto richiesto visti i boom di YouTube, Twitch e così via, comprese le testate giornalistiche che puntano molto sulle videonotizie (ad esempio Fanpage).
                  In secondo luogo andrei alla ricerca di borse di studio e rette basate sull'ISEE convenienti e proverei a completare la triennale, anche perchè, lo ribadisco per la millesima volta, non esistono studenti a cui piacciono tutte le materie dei loro corsi di laurea.
                  La questione della pigrizia probabilmente è legata alla disillusione generale, ai problemi familiari e soprattutto alle prospettive: devi trovare un hobby o un lavoro legato agli studi o che ti renda felice in ottica studi per sbloccare la situazione.

                  P.S. Le lingue possono essere imparate a parte durante gli studi accademici con corsi extrauniversitari molto importanti. Ad esempio il Goethe di tedesco e il Cambridge d'inglese.

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                  • #10
                    Originariamente inviato da askyfullofstars93 Visualizza il messaggio
                    E' proprio come diceva anche l'altro utente: hai già  un preconcetto e cerchi una platea che ti sostenga. Vuoi lasciare? Lascia. Qualsiasi cosa possiamo dirti si infrangerà  sul tuo preconcetto.

                    Poi scusami: ti lamenti dell'appetibilità  lavorativa di lettere ma allora...perché l'hai scelta? Queste sono cose che si sanno fin dal primo giorno di immatricolazione. Forse hai ricevuto delle cattive linee guide alle superiori?


                    Al contrario, alle superiori mi è stata fortemente sconsigliata proprio per gli sbocchi lavorativi, perciò non si può dire che l'avessi presa illudendomi di trovare immediatamente lavoro. Il motivo per il quale ho intrapreso questo percorso è semplice e banale: amo la letteratura e volevo approfondirla, e ai miei occhi di liceale il massimo dell'istruzione in tale campo lo si poteva ottenere solo all'università . Studiando poi all'università , mi sono man mano disillusa riguardo le effettive conoscenze che questo ambiente può offrire. Fine.
                    Parlo adesso di sbocchi lavorativi non perché a 23 anni ho improvvisamente realizzato che Lettere non è granché spendibile in ambiente lavorativo, ma perché l'unico motivo per il quale è giusto spendere soldi per tasse, libri e viaggi per andare a fare gli esami e seguire le lezioni nonostante le materie non piacciano, è perché l'obiettivo, la laurea, è utile per garantire un futuro migliore. Altrimenti lo spendere soldi (e tempo, e energie) non è un investimento, ma uno spreco. Quindi, siccome Lettere non è il corso che sognavo (e non solo perché ci sono materie che non mi piacciano, ma soprattutto perché le materie che invece volevo tanto approfondire sono trattate all'acqua di rose), e al contempo non garantisce buoni sbocchi lavorativi, sono molto demotivata. Ribadisco, sono qui perché magari qualcuno può smentirmi sugli sbocchi lavorativi, non perché cerco una platea.
                    Poi, tutte le obiezioni del caso sono giustissime: "non potevi rendertene conto prima che non ti serviva?", "non potevi sbrigarti senza trascinarti fino a 24 anni?", "non potevi guardare il piano di studi e il programma degli esami prima di iscriverti?". Sono già  tutte cose che mi sono detta da sola, e assicuro che nei confronti di me stessa sono molto inclemente. Purtroppo, per colpa mia e per altre cause non dipese da me, è andata così, e ora sto cercando di fare la scelta migliore possibile.

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                    • #11
                      Originariamente inviato da Marika Visualizza il messaggio
                      Al di là  dei preconcetti credo che Sara stia dicendo che oltre alla voglia le mancano i soldi e che dovrebbe pesare economicamente sul suo ragazzo.
                      Qua subentrano delle variabili come il dipendere economicamente da un uomo che per molte donne nel 2019 non è semplice e il rapporto di coppia che potrebbe sbilanciarsi o risentirne in qualche modo.
                      A una prima vista sembrano fesserie e invece sono situazioni importanti.
                      Io se fossi Sara cercherei prima di tutto di ottenere il tesserino da pubblicista come giornalista che, per quanto inutile, è pur sempre un traguardo e una riga in più sul curriculum. Durante il tirocinio cercherei di affinare di più le mie capacità , ad esempio il "video editing" che oggi è molto richiesto visti i boom di YouTube, Twitch e così via, comprese le testate giornalistiche che puntano molto sulle videonotizie (ad esempio Fanpage).
                      In secondo luogo andrei alla ricerca di borse di studio e rette basate sull'ISEE convenienti e proverei a completare la triennale, anche perchè, lo ribadisco per la millesima volta, non esistono studenti a cui piacciono tutte le materie dei loro corsi di laurea.
                      La questione della pigrizia probabilmente è legata alla disillusione generale, ai problemi familiari e soprattutto alle prospettive: devi trovare un hobby o un lavoro legato agli studi o che ti renda felice in ottica studi per sbloccare la situazione.

                      P.S. Le lingue possono essere imparate a parte durante gli studi accademici con corsi extrauniversitari molto importanti. Ad esempio il Goethe di tedesco e il Cambridge d'inglese.
                      Ti ringrazio veramente tanto per aver colto la delicatezza di un punto sul quale non ho voluto troppo insistere. In realtà  pensavo di investire le poche finanze disponibili in qualcosa di più fruibile, come ottenere certificazioni di lingue (ho attualmente solo un b1 in spagnolo, e un inglese messo ancora peggio), e acquisire competenze informatiche, per migliorare il blog che gestisco; e di terminare poi gli studi, magari con un'università  telematica, quando avrò un'indipendenza economica. Ho già  visto che la rinuncia agli studi non comporta l'eliminazione di tutti gli esami fatti, e questo mi rincuora e incoraggia a mettere per il momento in pausa il tutto.

                      Per quanto riguarda l'hobby e il lavoro legato agli studi, è esattamente ciò a cui ho pensato un paio di anni fa: ho fondato un blog grazie al quale mi sono messa in contatto con delle case editrici, e questo doveva spronarmi per sbrigarmi a portare a termine gli studi. L'ironia sta nel fatto che, per meglio curare il blog, abbia iniziato a studiare da sola tante cose, e lo studio approfondito che facevo per mio conto ha sempre più messo in rilievo la superficialità  del mio programma di studi.
                      Per quanto riguarda la borsa di studio, mi sono già  informata a riguardo, e nella mia regione effettivamente esiste la possibilità  di un aiuto economico anche se si è fuori corso, ma, per quanto ne ho capito, risulta essere un aiuto per situazioni "fuori dall'ordinario" e piuttosto provvisorie, come chi si è trovato in gravi situazioni economiche per una disgrazia improvvisa. Proverò comunque a informarmi meglio, anche se purtroppo non ho molte speranze a riguardo. Ti ringrazio intanto per le idee che mi hai fornito e per il tempo dedicatomi :)

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                      • #12
                        Giusto per provarle tutte, hai mai provato a chiedere una prevalutazione dei crediti per un altro corso, che ne so scienze della comunicazione/politiche et similia, ché hanno più a che fare col giornalismo?

                        Magari nel tuo campo potrebbe aiutare una laurea di settore.


                        In ogni caso, buona fortuna

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