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Quale futuro dopo scienze biologiche?

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  • Quale futuro dopo scienze biologiche?

    Ciao a tutti e tutte! Ho 25 anni e studio scienze biologiche ad Alessandria all'Università  del Piemonte Orientale. Gli esami sono agli sgoccioli, la laurea si avvicina e credo che potrò iniziare la specialistica il prossimo anno.

    Scelsi scienze biologiche per passione nel 2009/2010 e, nonostante il ritardo negli studi dovuto a problemi personali, sono convinto nel continuare sulla stessa strada. Cercando nell'offerta formativa del mio ateneo però mi sono accorto che l'unico approdo disponibile è una laurea magistrale in biologia. Sebbene questa magistrale dia la possibilità  di scegliere tra tre curricula (agro-alimentare, ambientale e biomedico) trovo che la composizione di questi corsi sia troppo improntata al rafforzamento di una conoscenza generale della biologia, piuttosto che all'approfondimento del settore specifico del curriculum scelto. Temo che questo costituisca un problema nell'accesso al lavoro, e a dire il vero è la stessa idea di presentarmi come 'laureato magistrale in biologia' che mi inibisce.

    Dunque mi sono messo a cercare specialistiche in grado di garantire preparazioni più settoriali, e ne ho trovata una che mi sembra fantastica: la "magistrale in biologia sperimentale ed applicata", a Pavia. Anche qui ci sono tre curricula, ma sono: "scienze biomediche molecolari", "bioanalisi" e "biologia ambientale-biodiversità ", dei quali mi interessano moltissimo gli ultimi due, avendo l'aspirazione di lavorare in ambito ambientale o di laboratorio analisi. Secondo voi, sbaglio a credere che la strategia giusta sia quella di puntare su un corso specifico che predisponga a particolari conoscenze utili nell'ambito di determinate professioni? Sbaglio a preferire la competenza specifica alla conoscenza generale, seppur approfondita? Avete esperienze in proposito? Grazie!

  • #2
    Ciao, fai bene a porti queste domande perchè la tipologia della laurea magistrale è fondamentale per avere più possibilità  di inserimento all'interno di uno specifico settore lavorativo. Se scegli un ambito generalista e una tesi, magari compilativa, ti tagli le gambe da solo e l'unico approdo diventa l'insegnamento, nobile professione ma con inserimento lavorativo a tempo indeterminato molto difficile.
    Solitamente i laureati che trovano più facilmente lavoro in questo settore sono quelli che svolgono le tesi in ambito ospedaliero. La carriera universitaria è molto più difficile e ricca di grossi sacrifici, sia per gli impegni che per la grossa competizione e la lotta con i raccomandati di turno.
    Comunque hai guardato i dati occupazionali?
    http://www2.almalaurea.it/cgi-php/un...ig=occupazione
    Un sito web da visitare se si hanno 5 minuti liberi:
    digitalArs.it - Immagini digitali per persone reali

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    • #3
      Spero davvero di fare bene a non scegliere un ambito generalista ma specifico. E vorrei anche fare una tesi sperimentale, magari proprio su qualcosa che riguardi l'ambito ospedaliero/analitico, ma ho il timore che con una tesi del genere tutti si chiederebbero come mai scegliere il curriculum ambientale, come probabilmente farei XD

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      • #4
        Cioè vorresti scegliere l'indirizzo ambientale? E' molto bello ed affascinante, ma può dare enormi problemi per l'inserimento in ambito lavorativo, io ti avviso già  da adesso.
        Un sito web da visitare se si hanno 5 minuti liberi:
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        • #5
          Vorrei scegliere l'ambientale per due ragioni. La prima è che nei confronti di quel profilo sento una particolare predilezione. La seconda è che gli esiti degli esami rispecchiano quella mia sensazione. Quasi tutti i voti eccellenti, diciamo dal 29 in su, li ho raggiunti in materie quali zoologia generale, zoologia sistematica, botanica, idrobiologia ed entomologia (con un solo intruso, biologia del differenziamento). Per tutti gli altri insegnamenti invece lo studio è stato più difficoltoso e gli esiti si sono dimostrati altalenanti dal discreto al molto buono, dal 20 al 28 (con un solo intruso al contrario, ecologia). Questo mi ispira ad immaginare un futuro in cui io possa lavorare nel campo dell'ambientale senza preclusioni di ruolo, dall'arpa al privato, dalla zoologia all'entomologia. Capisco però che sia molto più facile dirlo che farlo. Ecco perché bioanalisi mi attira comunque molto. Lavorare in un qualsiasi laboratorio analisi mi farebbe sentire gratificato ed appagato, ma il mio obiettivo primario sarebbero le analisi in ambito ospedaliero, meglio se di tipo parassitologico, infettivo o forense. Ma da quello che ho capito per questo non basta una magistrale... servono particolari specializzazioni post laurea, o sbaglio? Se fosse effettivamente così, mi complicherebbe le cose. C'è da dire però che anche una volta terminato il profilo ambientale dovrei studiare ancora per indirizzarmi verso ambiti ben precisi come l'entomologia.

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          • #6
            E' meglio se ti chiarisci le idee già  da ora, perchè se vuoi lavorare in un laboratorio di analisi devi prendere un indirizzo ben preciso. Poi le specializzazioni post laurea non contano molto in quel caso. Già  ora devi fare esami molto più pratici e meno teorici, sennò corri il rischio di finire disoccupato per anni. Se hai esami attinenti al settore medico ed analitico, allora è molto più facile che si possa essere inseriti in un laboratorio ospedaliero per la propria tesi. Poi una volta che entri e che fai esperienza tendono a tenerti se ti dimostri competente, integrato, diligente e applicato.
            Un sito web da visitare se si hanno 5 minuti liberi:
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